Buon lunedì!
Ho studiato molto il ruolo delle newsletter in questi mesi, anche e soprattutto leggendone altre di tipi diversi dal mio. Ora che ho raggiunto e superato i 100 iscritti (grazie!), ho bisogno di capire cosa deve diventare ‘In tre parole’. Un appuntamento settimanale? Bisettimanale? Più volte a settimana? Sempre gratis o potrei mettere qualcosa a pagamento? Questa piattaforma, Substack, mi dà molte possibilità, ma ho capito che dato che questa è una mia newsletter, devo renderla più personale per far sì che riesca a scriverla più facilmente. Ci penserò durante le vacanze di Natale.
Vi ricordo che c’è sempre il cuoricino, per farmi sapere se il numero vi è piaciuto: 6 cuori la scorsa volta! :)
Buona lettura!
📰 Queste due settimane in pillole (di link)
💰 Salesforce acquisisce Slack per 27.7 miliardi, quasi tutti in cash
💹 Disney+ ha superato gli 86 milioni di abbonati in un anno
🎧 Apple annuncia a sorpresa le AirPods Max
Questo numero è stato scritto dopo aver selezionato gli argomenti più interessanti in 92 articoli.
SE NON PUOI CAPIRLI, DIVIDILI
La Federal Trade Commission statunitense (FTC) e 48 Stati, guidati da New York, hanno intentato due cause contro Facebook: la prima per azione di monopolio causato dall’acquisizione di Instagram nel 2012 e Whatsapp nel 2014, mentre la seconda per scorporare le due acquisizioni da Facebook.
Sono già stati scritti fiumi di parole su questo, perché un’azione del genere era nell’aria da anni, più o meno dallo scandalo di Cambridge Analytica nelle elezioni statunitensi del 2016. Ci sono molte analisi da poter fare su questo, e mi limiterò a fare solo le domande, perché per le risposte non ho abbastanza dati e perché quest’avventura legale è appena iniziata:
È possibile scorporare Instagram e Whatsapp da Facebook? Ora i dati degli utenti delle tre piattaforme sono quasi interamente condivisi, la chat tra Facebook e Instagram è unificata, e nel corso degli anni Zuckerberg aveva intuito che questo sarebbe potuto accadere e quindi ha pensato bene di renderlo impossibile;
Che aziende sarebbe Instagram e Whatsapp da sole? Facebook non dichiara i dati di fatturato (e costi) specifici, però sappiamo che Instagram ha generato circa 20 miliardi di vendite pubblicitarie nel 2019. Non sappiamo quanto genera Whatsapp, ma Forbes stima che siano 5 miliardi di dollari l’anno. Ricordiamo anche che, se prima per avere Whatsapp bisognava comprare l’app o pagare un abbonamento, dal 2016 l’app è completamente gratuita e, dato che non c’è pubblicità, è difficile capire come sia giustificata questa cifra. Che siano ‘pagamenti interni’ che Facebook fa a Whatsapp per giustificare la vendita di dati degli utenti da rendere target di inserzioni pubblicitarie su Facebook e Instagram?
Quanto costerebbero Instagram e Whatsapp da sole? Sia Instagram che Whatsapp, quando sono state acquisite, avevano meno di 100 dipendenti. Ora invece possono contare sulla forza lavoro di Facebook, che ha oltre 50.000 dipendenti, oltre a decine di migliaia di collaboratori esterni per la moderazione dei contenuti pubblicati sulle piattaforme. Ecco, proprio a riguardo di quest’ultimo punto, anche Instagram probabilmente avrà bisogno di un proprio ‘corpo moderatori’. Ma è anche vero che non si è ancora sentito che su Instagram siano stati radicalizzati degli adolescenti che poi hanno fatto sparatorie in scuole o altri atti di terrorismo (cosa che è invece è successa su Facebook). E Whatsapp non è nemmeno un social network, quindi ci sarebbe poco da moderare, anche perché le conversazioni sono crittografate.
Sicuramente ci sono altre domande, ma queste mi sembrano un buon punto di partenza. Staremo a vedere che succede nei prossimi mesi.
IL PREZZO È LA PRIMA FEATURE
Apple ha annunciato, solo tramite un comunicato stampa e quindi senza una conferenza dedicata, le nuove AirPods Max, cuffie over-ear con audio computazionale, 8 microfoni per la riduzione del rumore e una custodia davvero strana. Costano 550$, che in Italia vuol dire 629€. Ora: di solito non parlo di prodotti, perché ci sono già migliaia di video di impressioni e unboxing e pensieri ovunque, però stavolta mi sembra di poter dire qualcosa che ancora nessuno ha detto.
Da un lato, vorrei far notare come queste cuffie si chiamino AirPods Max e non AirPods Pro Max, quindi secondo me non sono le AirPods Studio che tanto si vociferavano nelle ultime settimane nel Tech Twitter. Così come esistono le AirPods e le AirPods Pro, l’iPhone 12 e l’iPhone 12 Pro, non credo che Apple rompa il proprio schema di nomi per un paio di cuffie. Mi aspetto quindi un paio di AirPods Pro Max nel 2021, magari con la presentazione degli iPhone 13 a settembre, che abbiano ancor più microfoni, una custodia più completa, 40-50 ore di autonomia (contro le 20 di queste), e qualche funzionalità intelligente che gli ingegneri Apple tireranno fuori dal cilindro. Anche perché queste cuffie sono disponibili in tanti colori, proprio come l’iPhone 12, mentre l’iPhone 12 Pro ha solo quattro colorazioni, come ne ha solo due il MacBook Pro e ne ha tante il MacBook Air. Capito il senso?
Dall’altro lato, è da qualche giorno che penso al prezzo folle di queste cuffie: Nilay Patel di The Verge fa notare come, se si aggiungono 50 dollari, si può comprare un iPhone 11. Perché un prezzo così alto, quando le Bose Noise Cancelling 700 e le Sony WH-1000XM4, i punti di riferimento della categoria, non superano i 350€? Ci sono un po’ di teorie a riguardo:
L’utente compra la garanzia Apple: le compri all’Apple Store, se ti si rompono o hanno difetti non devi rispedirle chissà dove ma vai nel più vicino Store e te le cambiano;
L’utente compra l’ecosistema: sicuramente funzioneranno anche con Android, ma con iPhone & co. funzionano perfettamente: con Siri, l’audio spaziale, l’audio computazionale e il riconoscimento del movimento per mettere in pausa o riprendere quando si tolgono o mettono.
L’utente compra il prezzo: è uno status symbol, e Apple ci gioca. Così come le rotelle del Mac Pro costano 850€, anche le AirPods Max non possono costare quanto il miglior paio di cuffie del mercato. Ricordiamo che è stata Apple a superare il muro dei 999€ per uno smartphone, e non Samsung o Huawei. Ora Apple ha superato il muro dei 400€ per delle cuffie prosumer (cioè non da professionisti, ma da utenti pro), e sicuramente altri marchi seguiranno.
VERSO L’INFINITO E OLTRE!
Disney ha annunciato una valanga di cose nella conferenza stampa che ha celebrato il primo anno di attività. Un po’ di numeri da capogiro:
Oltre 86 milioni di abbonati in un solo anno. Netflix ci era riuscita in 9 anni, dal 2007 al 2016 (sebbene non subito in tutto il mondo)
The Mandalorian ha avuto così tanto successo che Disney ha fatto la Netflix di turno, commissionando decine di nuovi film e serie TV, i più importanti tra questi sono 4 nuove serie dedicate a Star Wars di cui 2 spinoff di The Mandalorian, e una serie di altri film Marvel e Star Wars. In totale, sono stati annunciati 52 tra nuovi film e serie TV.
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e grandi costi: Disney ha annunciato che dal 26 marzo 2021 il prezzo salirà da 6.99$ al mese a 7.99$ al mese, che in Italia significa 8.99€. Più contenuti significa anche più motivi per restare abbonati, e poi Disney ha fatto bene i conti: molti hanno l’abbonamento a Disney+ da partner commerciali, e quindi non pagano l’intera cifra, o addirittura nulla, come i clienti TIMVISION in Italia.
Disney si aspetta che, dato che ha distrutto le proprie previsioni in meglio (si aspettava 90 milioni di abbonati entro i 2024), il numero di abbonati cresca fino a 230-240 milioni entro quell’anno.
Che dire: il regno del Topo ha lunga vita: se prima c’era Topolino, ora c’è Baby Yoda. L’importante è trovare la chiave di Volta per entrare nel cuore dei bambini, degli adulti e nei loro portafogli.
Extra: stock tips
Disclaimer: I contenuti di questo paragrafo non rappresentano un invito all’investimento. Sono considerazioni personali basate sulle mie strategie di investimento, che condivido perché possano essere utili anche a chi legge.
Disney: a seguito dell’annuncio di cui sopra, le azioni hanno fatto un balzo del 10% e molto probabilmente continueranno a crescere fino a fine anno. Negli ultimi 6 mesi hanno fatto il +50%, probabilmente gli investitori credono che il prezzo corrente (174$ al momento della stesura) sia basso per le prestazioni dell’azienda;
McDonald’s: il fast food ha superato la parte più delicata della pandemia con tante perdite ma gli investitori hanno dato fiducia per il 2021: il titolo ha perso circa il 30% a marzo, ma ha recuperato il prezzo di inizio anno di circa 200$, e sarà probabilmente la destinazione primaria per tutti quelli che vogliono mangiare fuori ma che vogliono risparmiare, in Italia come all’estero;
Apple: dopo l’annuncio dei nuovi computer con chip M1, Apple avrà un roseo 2021 in cui si libererà dei chip Intel e venderà computer molto più potenti della concorrenza allo stesso prezzo, quindi si prospettano maggiori vendite nella divisione computer, quindi maggiore fatturato e maggiori dividendi: il titolo potrebbe crescere molto.
Grazie per essere arrivati fin qui, il vostro supporto conta molto per me. Se vi ho aiutato in qualsiasi modo a capire meglio la situazione, vi chiedo di dimostrarmi un piccolo segno di affetto con una donazione. Questa newsletter la scrivo con la passione di chi non smette mai di informarsi e fa dell’informazione il proprio lavoro, in maniera disinteressata ed il più possibile imparziale.
Alla prossima settimana!
P.S.: sono sempre disponibile a discussioni sugli argomenti che tratto (e anche su altri) su Twitter, il mio user è iJaack94. Twitta questo numero o mandami un DM :)
🔍 Approfondimenti per le menti curiose
🗞 I miei nuovi articoli su La Stampa