Buon lunedì!
Mi rendo conto che, vuoi per le notizie che in questo periodo sono in gran parte relative alle elezioni USA e ai nuovi gadget elettronici, vuoi per il fatto che fino a novembre ho meno tempo da dedicare alla lettura per laurearmi entro dicembre, non riesco a fare approfondimenti corposi come vorrei. Per questo motivo, ho deciso di dimezzare la frequenza della newsletter almeno fino ad inizio novembre. In tre parole arriverà quindi ogni due settimane, ma sempre il lunedì alle 7:00.
Vi ricordo che c’è sempre il cuoricino, per farmi sapere se il numero vi è piaciuto :)
Buona lettura!
📰 Questa settimana in pillole (di link)
⚖️ Uber vince il ricorso per il ban a Londra
💬 Facebook lancia il sistema di messaggi unificato tra Messenger e Instagram Direct
🚗 Tesla ha spedito un record di 139,000 auto nel terzo trimestre
🇪🇺 La Banca Centrale Europea sta ufficialmente sperimentando l’Euro Digitale
Questo numero è stato scritto dopo aver selezionato gli argomenti più interessanti in 32 articoli.
UNA ‘VERA’ COMMISSIONE FAKE
Anni fa, a seguito dello scandalo di Cambridge Analytica, Facebook ha istituito un Oversight Board - ne ho già parlato in una precedente newsletter:
“Mi aspetto che, dato che ora esiste questo Board, Zuckerberg non prenda più decisioni su questioni di questo genere (come il lasciapassare per consentire ai politici di pubblicare post, con notizie anche false, perché non si deve limitare la libertà di espressione politica). Il Board non può cambiare le regole, ma solo navigare tra le eventuali falle normative che ci sono nelle linee guida di comportamento della community. A tutti gli effetti, Zuckerberg ha appena istituito la Corte Suprema di Facebook, che ha molto più potere di qualsiasi altra corte (tranne forse della Corte Internazionale di Giustizia, che però si applica solo a casi eccezionali, come i crimini contro l’umanità) perché presiede una popolazione di oltre 3 miliardi di persone, ovvero gli utenti Facebook (e Instagram).”
Ad inizio anno, Zuckerberg aveva annunciato che il Board sarebbe stato operativo entro settembre, insieme alla lista dei primi 20 membri, ma poi è stato tutto rinviato a dopo le elezioni USA causa pandemia. In risposta a questo stallo, degli attivisti hanno istituito un gruppo che si definisce il Real Facebook Oversight Board , che si è riunito per la prima volta il 1 ottobre in una Facebook Live condotta da Kara Swisher, opinionista del New York Times.
È evidente che la pressione che queste elezioni stanno esercitando sull’opinione pubblica è enorme. I social hanno un ruolo enorme sull’esito delle elezioni, principalmente perché quest’anno, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, il voto è già iniziato in questo periodo perché si esegue anche via posta, e finirà dopo il 3 novembre. Non essendoci un tempo ristretto per votare, si rischiano delle forti influenze collettive tra quelle che hanno già votato e quelli che dovranno votare. Questo è un problema non solo di Facebook, ma anche di Twitter e Facebook, oltre che Whatsapp e Telegram.
LA RIVINCITA DEI GRUPPI (?)
Facebook ha annunciato il rilascio di un nuovo pacchetto di strumenti per ampliare la visibilità dei gruppi sia sulla piattaforma che sul web. I gruppi saranno quindi più visibili nel News Feed, oltre che nel Group Feed (la tab dedicata ai gruppi nell’app). Alcuni gruppi saranno poi consigliati agli utenti sulla base delle singole preferenze, e i contenuti dei gruppi pubblici saranno disponibili anche sui motori di ricerca.
Mi viene in mente che questa manovra fa parte della missione di Facebook, quella di connettere le persone, annunciata prima dello scandalo di Cambridge Analytica. OK, è bello connettere le persone e sicuramente un modo per farlo è quello di aiutarle a scoprire nuove comunità con persone che condividono gli stessi interessi, ma questo ha anche un grande, pericolosissimo effetto negativo: lasciare che le persone facciano più affidamento sui gruppi (che possono anche essere pubblici, ma sono comunque privi di interferenze esterne), non fa altro che amplificare le filter bubbles e soprattutto le casse di risonanza su determinati argomenti: se sono un sostenitore di mele gialle e scorro il News Feed, troverò anche notizie di persone che non sono d’accordo con me, potendomi confrontare con una visione diversa dalla mia. Se invece il News Feed si riempie di gruppi di persone che adorano le mele gialle, io penserò che le mele gialle siano le migliori possibili, e nient’altro. È una pessima mossa in vista delle elezioni USA, con le ingerenze di sostenitori di Trump, gli attivisti QAnon, i terroristi informatici e i gruppi di hacker filo-russi e filo-cinesi. Sarà una bella baraonda.
IL FALSO MITO DELLA DECENTRALIZZAZIONE
The Verge ha costruito un profilo di Justin Sun che mette allo scoperto tutto quello che una buona parte della community cripto ha sempre pensato: “ma da dove viene questo?”. Justin Sun è il fondatore di Tron, una blockchain decentralizzata nata nel 2017 con lo scopo di fare da piattaforma per nuovi strumenti finanziari. Sun ha anche acquisito BitTorrent, il noto software di download di file piratati, per ampliare il bacino d’utenza di TRX, la moneta di scambio su Tron.
Il profilo conferma alcune supposizioni, come il plagio completo della presentazione di Tron con tutti i contenuti di Ethereum - seconda blockchain per importanza a livello globale - , e la falsità di Sun nel dichiarare di essere il pupillo di Jack Ma, fondatore di Alibaba. Da sostenitore della community crypto e detentore di tante cryptovalute diverse (compresa TRX), sono contento che la verità viene sempre a galla. The Verge ha addirittura ottenuto dei commenti da dipendenti di BitTorrent, che raccontano come per Sun “basta mettere la parola ‘decentralizzazione’ in un progetto per raccogliere un sacco di soldi”, e come Sun vada su tutte le furie quando gli propongono domande scomode, con minacce di uccidere la famiglia del giornalista che le ha poste.
Ecco, questa è l’altra faccia della medaglia del movimento iniziato da Bitcoin: se da una parte c’è chi lotta per la propria libertà finanziaria e individuale, dall’altra c’è chi approfitta dell’onda per diventare ricco in pochissimo tempo, staccandosi dalla realtà e minando tutti, ma proprio tutti, i valori del movimento cypherpunk.
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Alla prossima settimana!
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